Last Updated on 23 Dicembre 2024 by automiamo.com
Volatilità implicita
La volatilità implicita è la previsione del mercato di un probabile movimento del prezzo di un titolo. Viene spesso utilizzata per prezzare i contratti in opzioni, dove un’elevata volatilità implicita si traduce in opzioni con premi più alti e viceversa.
Le volatilità tengono conto delle oscillazioni di prezzo e della durata. Per questo motivo sono solitamente più alte nei mercati ribassisti perché il prezzo tende a scendere più velocemente. Nei mercati rialzisti il prezzo tende invece a salire più lentamente.
Con basse volatilità implicite si tendono a chiudere gli short, non ad incrementarli. Con volatilità implicite in calo si ragiona aprendo dei long.
VIX, VXN e MOVE
Le principali volatilità implicite del mercato azionario sono il VIX per lo S&P 500 e il VXN per il Nasdaq.
L’indice MOVE, spesso definito come il “VIX per le obbligazioni”, misura la volatilità implicita dei tassi di rendimento del Tesoro attraverso i prezzi delle opzioni.
Un MOVE più alto equivale a mutui più costosi e a un consumatore più sotto pressione (le obbligazioni scendono mentre i tassi e i rendimenti salgono)
Il MOVE Index rappresenta pertanto la volatilità del mercato obbligazionario.
Solitamente una variazione marcata a rialzo o ribasso del MOVE tende ad influenzare e anticipare una variazione altrettanto marcata dei mercati azionari (VIX e VXN).
Un intervallo “normale” per il MOVE è sotto i valori 80-100.
Le soglie psicologiche per VIX e VXN sono rispettivamente 20 e 25. VXN maggiore di 25, VIX maggiore di 20 sono valori considerati alti.
VIX compreso tra 20 e 25 è il caso peggiore. In questo range i mercati sono incerti più del solito. Evitare di aprire posizioni di trading in questa circostanza.
VIX sopra 30-40 sono invece più facili da gestire in quanto si sente di più la “gravità” della volatilità implicita.
In generale le basse e alte volatilità offrono migliori opportunità di trading.
Rapporti MOVE/VIX e VVIX/VIX
Occorre prestare attenzione al rapporto MOVE/VIX.
Valori più alti indicano una preferenza per le azioni. Valori più bassi indicano una preferenza per le obbligazioni.
Il rapporto VVIX/VIX, rapporto tra la volatilità del VIX (VIX Volatility Index) e il VIX, è altresì importante da monitorare.
Quanto più questo rapporto scende bruscamente tanto più i mercati sono nervosi.
Indice SKEW e cigno nero
Infine, l’indice SKEW misura il rischio percepito nell’S&P500 su un orizzonte temporale di 30 giorni.
È stato un indicatore scarso della volatilità del mercato azionario, non riuscendo a prevedere accuratamente gli eventi del cigno nero.
Il VIX si basa sulla volatilità implicita attorno al prezzo di strike at-the-money (ATM), mentre lo SKEW considera la volatilità implicita degli strike out-of-the-money (OTM).
Un indice SKEW più alto indica che un evento del cigno nero sta diventando più probabile, ma non che si verificherà effettivamente.
Il range normale dello SKEW è 100-150.
Volatilità Storica
ATR
- Uno degli indicatori più usati è l’ATR (Avarage True Range) calcolato come media dei TR (True Range) su base giornaliera se usiamo grafici a 1 giorno.
In alternativa all’ ATR, in particolare nei mercati azionari, è possibile calcolare la volatilità storica sulla base dei rendimenti giornalieri
Abs(C – Cp)/Cp
C è la chiusura del giorno corrente e Cp la chiusura del giorno precedente. Quindi si procede a fare una media. Nei mercati azionari risulta utile confrontare due diverse medie, ad esempio a 200 (o 100) periodi e una più veloce 20 periodi, per valutare se siamo in presenza di bottom di mercato.
Z-score
Dopo il prezzo e i volumi, per me la terza dimensione del trading è la volatilità che mi permette di monitorare gli eccessi di mercato. Tuttavia non per tutti gli asset abbiamo degli indici di volatilità che possiamo monitorare, come per esempio il VIX per l’S&P500. Pertanto uso lo Z-Score come valida alternativa per misurare la “temperatura” di un determinato asset. Lo spiego in questi video.
Giancarlo Pagliaroli
Update: per me la terza dimensione del trading è la volatilità che mi permette di monitorare gli eccessi di mercato. Tuttavia non per tutti i sottostanti abbiamo volatilità importanti da monitorare come per esempio il VIX per l’S&P500. Pertanto uso lo Z-Score come valida alternativa per monitorare la “temperatura” di un determinato sottostante.