Fondamenti di investing, trading, e stock picking

Last Updated on 2 Agosto 2023 by automiamo.com

Investing e Trading

  1. Investire sulla base delle proiezioni future può essere una perdita di tempo, essendo il futuro incerto e non prevedibile. Non puoi sottoperformare se non hai aspettative, pertanto è preferibile dare più peso a valutazioni basate sui dati storici tangibili e oggettivi.
  2. La strategia “buy and hold” è impagabile per il medio-lungo periodo, ma solo per quei sottostanti che hanno un trend rialzista pluriennale.
  3. Sui grandi crolli e gap di mercato su titoli azionari bisogna fare solo analisi fondamentale e no “buy the dips”, cioè acquistare indifferentemente sui crolli. In ottica di investimento di lungo periodo, fondamentali permettendo, può essere efficace una strategia di dollar cost avaraging sui forti ribassi.
  4. Non fare trading sui proxy. Esempio: se hai una visione long sui bond, vai long sui bond e non sulle utilities che sono considerate un proxy dei bond.
  5. Anti-martingala è meglio di martingala. Nel trading e investimenti, praticamente facciamo delle scommesse, più o meno consapevoli basate su un proprio processo decisionale, ma pur sempre scommesse non avendo la capacità di prevedere il futuro. Pertanto non esiste un sistema di scommesse sempre vincenti, è matematicamente dimostrato, e sarà sempre sbagliato provare a raddoppiare la posta in gioco per recuperare una perdita.
  6. Se gli utili di una azienda non raggiungono le attese degli analisti, dal punto di vista dei propri investimenti, se i fondamentali rimangono gli stessi, poco male. Semplicemente gli analisti possono aver sbagliato le loro analisi. Hold.

Stock picking

  1. Sui grandi crolli e gap di mercato su titoli azionari bisogna fare solo analisi fondamentale e no “buy the dips”, cioè acquistare indifferentemente sui crolli. In ottica di investimento di lungo periodo, fondamentali permettendo, può essere efficace una strategia di dollar cost avaraging sui forti ribassi.
  2. Mai comprare una causa legale. Stare alla larga da aziende legate a cause legali
  3. Fare attenzione ad eventuali benefit pensionistici dell’azienda. Non devono essere superiori al 5% del reddito netto
  4. Nelle relazioni trimestrali leggere sempre dalla fine, in particolare le note a piè di pagina perché è alla fine che le aziende tendono a nascondere qualcosa.
    • Non comprare mai un titolo senza prima leggerle. Le parole chiave che meritano approfondimento sono: capitalizzato, ristrutturazione, tuttavia, iniziato, cambiato.
  5. Le dimensioni di una azienda sono importanti per un investimento difensivo: almeno 100 milioni di fatturato (revenue) nel settore industriale e almeno 50 milioni di asset totali nel settore utility.
  6. Un titolo detenuto da grandi fondi di investimento deve essere tenuto il più a lungo possibile in quanto i grandi fondi possono fare “il bello e il cattivo tempo”: spesso i fondi si muovono all’unisono facendo quindi oscillare di molto il prezzo secondo i loro interessi
  7. I vincitori di ieri spesso diventano i perdenti di domani e i perdenti di ieri spesso non diventano i vincitori di domani. Tenersi alla larga dai fondi di investimento con rendimenti negativi passati e con commissioni alte
  8. Monitorare il beta di una azienda ovvero quanto si discosta nelle oscillazioni rispetto a quelle dell’indice di riferimento (esempio indici consultabili su tradingview: XLE per energia, XLK per tecnologico, XLF per finance).
    • beta < 0: l’andamento del titolo è in direzione contraria a quella del mercato. Può capitare per gli ETF, più raramente per i singoli titoli.
    • beta = 0: l’andamento del titolo non è correlato al mercato. È il caso, ad esempio, dei fixed-yield assets. Un beta uguale a zero non significa tuttavia che l’investimento non sia rischioso; semplicemente significa che non è correlato con il mercato. Ad esempio, camminare sopra una corda tra due grattacieli è sicuramente rischioso, ma “in termini economici” il beta è pari a zero, in quanto questa attività non ha alcuna correlazione con i movimenti del mercato;
    • 0 < beta < 1: l’andamento del titolo è nella stessa direzione del mercato, ma con una minore volatilità e, quindi, con un minor rischio.
    • beta = 1: l’andamento del titolo è nella stessa direzione del mercato, con la stessa volatilità e, pertanto, con lo stesso rischio;
    • beta > 1: l’andamento del titolo è nella stessa direzione del mercato, ma con una maggiore volatilità e, quindi, con un maggior rischio.
  9. Monitorare l’inventario di una azienda è importante, in particolare nel settore delle vendite al dettaglio (esempio Amazon nel settore Retail Trade, industria Internet Retail). Se l’andamento dei giorni medi dell’inventario sale bisogna indagare se è dipeso da sovrapproduzione o riduzione delle vendite.
  10. Sempre nel settore delle vendite al dettaglio, un altro importante parametro da monitorare è la rotazione del fatturato, o turnover delle attività (fatturato/attività). Il rapporto deve essere costante, meglio in crescita.
  11. Rating di una azienda = EBIT/spesa annuale per interessi. Deve essere maggiore di 1. Per esempio aziende con rating AAA- BBB sono di tipo investment grade ovvero a basso rischio in grado di restituire il debito anche in caso di recessione prolungata.
    • Se il rating è basso il rendimento che voglio deve essere maggiore perché  mi assumo un maggior rischio
    • il CAPEX (Capital Expenditures) è il cash speso in beni fisici per acquistare o fare upgrade di asset fisici (proprietà, tecnologie, costruzioni); é incluso nel bilancio – sezione cash flow – investing activities
  12. Nel settore bancario monitorare l’eventuale aumento dei CDS (Credit Default Swap) che sono una sorta di premio assicurativo in caso di inadempienze nei mercati. Il rischio di default di un istituto di credito aumenta se accelera la quantità di CDS in dotazione. Se i rapporti finanziari di una banca sono solidi (vedi il caso recente di Credit Swiss) un incremento lento di CDS può rientrare nella normale amministrazione. Ci sono periodi in cui in generale aumenta la dotazione di CDS nelle banche e questo tende a non favorire i prestiti interbancari per la fiducia che viene meno. Quando il credito viene meno dalle banche, e c’è sofferenza nell’economia reale, potrebbe essere un segnale di imminente intervento di stimolo da parte della banca centrale.

Book Value

  • Book value = patrimonio netto dell’azienda = asset tangibili – passività
  • Il rapporto P/B (price/book) < 1 è indice di azienda sottovalutata. Migliori sono i trascorsi e le prospettive future di una azienda, più il prezzo dell’azione tende ad essere maggiore del suo book. In questi casi il prezzo può dipendere troppo dalla volubilità del mercato. Un investitore inteso come proprietario di azienda deve fare le sue considerazioni principalmebte in base al book
  • Il P/B deve essere confrontato con il P/B di altre società dello stesso settore
  • Il P/B è inefficiente per valutare asset intangibili di aziende che fondano il loro business su proprietà intellettuale, software, brevetti, copyright etc
  • Per una prima stima del fair value di una azienda occorre calcolare l’ammontare degli asset tangibili (impianti, immobili…) e dividerlo per il totale delle azioni circolanti
  • Un modo analogo per scovare le bargain issue (titoli affare) è quello di trovare titoli che hanno un prezzo dell’azione minore del capitale circolante netto = attività correnti (liquidità, titoli negoziabili, scorte di magazzino…) – passività totali (comprese azioni privilegiate e debito di lungo termine)
  • Per le utility, e per un investimento difensivo, il debito non deve eccedere il doppio del patrimonio netto dell’azienda (book value).

Basic e Diluted EPS

  • L’utile netto diluito tiene conto anche delle azioni privilegiate, azioni convertite da obbligazioni e stock option, non deve essere molto al di sotto della componente di utile basic ovvero dell’utile netto disponibile agli azionisti diviso la media ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’anno (il basic tiene conto anche delle nuove emissioni e riacquisti)
  • Redditività = Utile netto / Book Value
  • Earnings on capital funds = Utile netto / asset tangibili. Se il tasso di crescita passato (calcolato come la media degli utili degli ultimi 3 anni) è adeguato, il P/E attuale potrebbe essere basso. Il motivo può essere indagato negli Earnings on capital funds se si è mantenuto sotto la media allora il prezzo lo sconta al ribasso
  • Il mercato è spietato con aziende in rapida crescita che riferiscono di un calo di utili. Aziende che invece hanno aspettative più moderate provocano reazioni più moderate se disattese
  • Evitare di prestare attenzione agli utili pro forma che esprimono “quanto si fosse guadagnato se non si fosse guadagnato così poco”. Le ipotesi vengono fatte in base ad aggiustamenti o eventi non ricorrenti, ad esempio una acquisizione. In particolare l’acquisizione di aziende private porta generalmente a rendimenti positivi mentre l’acquisizione di aziende quotate genera perdite per gli azionisti compratori
  • Gli utili, per un investimento difensivo, dovrebbero essere sempre positivi in ciascuno degli ultimi 10 anni e distribuiti in dividendi continui. Per un investimento più intraprendente, invece, gli utili devono essere costanti e senza alcuna perdita negli ultimi 5 anni

BuyBack

  • il riacquisto delle azioni da parte dell’azienda, riduce il numero delle azioni circolanti ed è generalmente innocuo ma pericoloso in caso di livelli di debito elevati se la maggior parte del cash flow disponibile viene usato per riacquistare le proprie azioni piuttosto che per investimenti per la crescita e la diminuzione del debito.
  • Diventa pericoloso, inoltre, se in caso di crescita di ricavi nulla, il buyback viene fatto per il solo scopo di aumentare artificialmente i propri utili (EPS, earning per share) e quindi il prezzo delle azioni, sul quale spesso ne beneficiano i dirigenti liquidando le proprie azioni (stock option comprate a prezzi scontati) subito dopo il buyback

Free Cash Flow (FCF)

  • FREE CASH FLOW (FCF) = utile netto + ammortamento – investimenti + disinvestimenti + raccolta di capitale (emissione nuove azioni) – dividendi – riacquisto azioni + emissione debito + vendita asset
  • Praticamente è il cash rimanente in azienda dopo che ha pagato le sue spese: interessi sul debito, tasse e investimenti di lungo periodo per sviluppare la crescita.
  • FCF negativo costante nei bilanci può implicare una costante emissione di debito, o di nuove azioni per raccogliere capitale, o la vendita dei propri asset. Ciò diminuisce la possibilità di ricavi futuri
  • L’utile netto è un indicatore di salute finanziaria nel lungo termine, mentre il flusso di cassa netto FCF è un indicatore di salute nel breve termine

Current Ratio

  • CURRENT RATIO = asset di breve termine / debiti di breve termine
  • Deve essere maggiore di 1 in modo da poter pagare per 12 mesi, in caso di emergenza, i propri debiti di breve termine con gli asset di breve termine (esempio con le proprie azioni liquide).
  • Per le aziende nella produzione industriale è ideale un current ratio almeno pari a 2
  • Una variante più restrittiva del current ratio è il Quick Ratio = asset di breve termine – rimanenze / debiti di breve termine: dagli asset più liquidi vengono tolte le rimanenze che sono più difficili da tradurre in contanti in poco tempo
  • La quantita di debito rispetto al patrimonio (debito lungo termine/asset totali) deve essere minore di 1

Price to Earning

  • P/E (Price/Earnings) <10 è considerato basso indice di un titolo sottovalutato, compreso tra 10 e 20 è considerato un valore medio, > 20 è considerato un valore alto (si paga troppo per gli utili generati dall’azienda)
  • L’investimento deve essere sempre fatto in base al prezzo domandandosi “quanto costa?”, piuttosto che basarsi sui rendimenti passati positivi convincendosi che possano perdurare
  • L’inverso del P/E deve essere almeno pari all’attuale tasso di rendimenento delle obbligazioni high grade
  • Se il titolo è in espansione o appena nato non ci si basa sul P/E ma sul P/S (Price/Sales). Conta più il fatturato (Sales) piuttosto che gli utili che di solito vengono reinvestiti in espansione e marketing
  • Il margine di profitto = utile netto/fatturato netto in percentuale deve preferibilmente crescere nel tempo
5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento