CBDC, ISO20022 e le nuove frontiere di investimento di lungo termine sulle criptovalute

Last Updated on 20 Gennaio 2023 by automiamo.com

Ho cominciato a investire nel 2019, prima del bull market del 2020 e 2021, con lo studio della tecnologia della blockchain e approfondimenti dei casi di uso per me più rilevanti.

Nel 2021 ho deciso di far rientrare il capitale investito e la maggior parte dei profitti.

Nel 2022, con un bear market ormai abbastanza strutturato, condizioni macro economiche ancora incerte, fallimenti di importanti exchange e scandali vari, è difficile pensare per il lungo termine.

Possiamo trovare un buon motivo per investire di nuovo nel settore solo focalizzandoci e approfondendo di nuovo alcune tematiche specifiche, alienandosi dalle opinioni e il sentimento generale.

ISO 20022

ISO 20022 è uno standard per regolamentare le informazioni trasferite tra le istituzioni finanziarie: transazioni di pagamento, ordini di trading, transazioni su carte di debito e credito, e molte altre informazioni finanziarie, attraverso un linguaggio di messaggi univoco.

Il problema delle banche nel mondo è ancora quello di comunicare attraverso differenti linguaggi.

Pertanto, un unico canale di comunicazione, con regole univoche e standardizzate, diventerà un importante passo in avanti nell’evoluzione del sistema interbancario.

SWIFT al momento è l’attuale e più importante sistema di pagamento interbancario operativo da oltre 50 anni.

La migrazione di SWIFT al nuovo standard ISO® 20022 basato su blockchain, è stata avviata in Novembre 2022 e da completarsi entro il 2025.

Negli Stati Uniti, per esempio, attraverso la banca centrale FED, è prevista la migrazione a partire dal 2023.

Oltre al vantaggio del linguaggio unico, il nuovo standard permetterà il miglioramento delle seguenti operazioni.

  • Monitoraggio anti-frode, con regole più definite per il rifiuto o meno di una transazione
  • Opzione Receive-only tramite la quale qualsiasi istituzione finanziaria potrà ricevere soltanto pagamenti ma non originarli
  • Migliore gestione delle liquidity pools per supportare al meglio i pagamenti istantanei
  • Report e monitoraggio sui saldi

Le criptovalute con un maggiore vantaggio al momento

Le criptovalute/blockchains al momento che sono già ISO 20022-compliant:

  1. Ripple
  2. Stellar
  3. Quant
  4. Hedera
  5. IOTA
  6. XDC Network
  7. Algorand

Architettura del nuovo sistema finanziario basato su ISO 20022

Quant è al centro dell’architettura perchè dovrà occuparsi di collegare tutte le altre blockchains che entreranno a far parte del nuovo sistema, garantendo efficienza e interoperabilità generale.

Ripple (XRP) è nota come la più importante rete di pagamento decentralizzata adottata dalle più importanti banche e istituzioni finanziarie. Lo scopo di XRP è quello di fungere da mezzo di scambio intermedio tra due valute o reti, ovvero come criptovaluta “ponte”.

I benefici di questa blockchain sono i bassissimi costi di transazione ($0.0002 per transazione), velocità (3-5 secondi per transazione) and scalabilità (1,500 transazioni per secondo).

Stellar (XLM) è una blockchain con casi d’uso molto simili a Ripple ma più orientata all’operatività dei singoli individui piuttosto che delle grandi istituzioni finanziarie che già si affidano a Ripple.

Anche la criptovaluta della blockchain Stellar, XLM, ha lo scopo di fungere da valuta “ponte” per la conversione e lo scambio di altre valute fiat, in particolare nello scambio monetario transfrontaliero.

Hedera (HBAR) è orientata invece alla creazione e sviluppo di efficienti applicazioni decentralizzate (DApps) in quella che sarà la nuova economia decentralizzata.

La peculiarità di Hedera è quella di essere il primo algoritmo brevettato in grado di raggruppare in modo unico le transazioni con un minor costo rispetto ad altre blockchains.

IOTA (MIOTA) è unica per non essere una vera e propria blockchain. Nessun miner o validatore, nessun blocco o costi di transazione. Con questo algoritmo di consenso proprietario possono essere aperte le porte a importanti applicazioni anche in contesti non strettamente di natura finanziaria (IoT – Internet of Things)

XDC Network (XDC), originariamente creata per pagamenti internazionali, è una Ethereum Virtual Machine (EVM) compatibile, con un algoritmo di consenso basato su delegated proof-of-stake (dPoS) ad alte prestazioni: 2 secondi a transazione, gas fee praticamente nulle, e più di 2000 transazione per secondo (TPS)

Algorand (ALGO) è una piattaforma molto simile a Ethereum in grado di ospitare altre blockchains e criptovalute. Può gestire alti volumi di transazione al pari di VISA e MASTERCARD.

La peculiarità di Algorand è nel suo algoritmo di consenso, simile al proof-of-stake (PoS) ma definito pure-proof-of-stake: l’attività di validazione delle transazioni non è riservata ad una cerchia ristretta di validatori ma a tutti coloro che fanno staking di ALGO.

Le prime mosse delle banche centrali

Se devo avere di nuovo una visione rialzista nel settore delle criptovalute, non posso fare a meno di approfondire il piano di digitalizzazione valutario che le banche centrali hanno avviato da tempo attraverso le loro CBDC (central bank digital currency).

Quando ho cominciato a studiare il settore crypto nel 2019 mi ha colpito molto tutta la parte tecnica legata alla decentralizzazione.

Le CBDC possono essere viste di primo acchito come valute digitali centralizzate, anti-Bitcoin, che mineranno la libertà finanziaria dell’individuo perchè manovrate dalle solite autorità centrali che hanno governato finora tramite le loro valute fiat senza alcun valore intrinseco.

Come investitore, però, non posso trascurare la potenziale e immensa massa monetaria che può essere movimentata dalle banche centrali con l’ausilio di una blockchain compatibile con ISO 20022.

Italia

Vivendo in Italia non posso che partire da qui.

Interessante la nuova politica in vigore dal 2023 per una maggiore regolamentazione fiscale.

Più regole in vigore permetteranno a noi di fare trading e investimenti in modo più ordinato e controllato, come nei mercati finanziari regolamentati, ma la nuova normativa al momento non fa ben sperare per un uso e consumo di massa nell’ economia reale.

India

In base ai piani avviati nel 2022, l’India potrebbe essere una delle prime più grandi economie mondiali ad emettere una CBDC.

L’intento di questa scelta è incrementare l’efficienza e ridurre i costi del sistema di gestione della valuta corrente.

Rimane ferma l’ostinata intenzione del paese di ostacolare le criptovalute decentralizzate perchè considerate come un pericolo per le politiche monetarie di controllo della supply e dei tassi di interesse da parte delle autorità centrali, da sempre considerate garanti della stabilità finanziaria.

Il governo indiano ha proposto l’intenzione di tassare tutte le criptovalute private-decentralizzate al 30% per disincentivare il loro utilizzo su larga scala nel paese.

La Banca centrale indiana (RBI) divenne operativa nel 1935, inizialmente come entità privata, poi nazionalizzata nel 1949, quindi fortemente influenzata dalle politiche governative (i direttori sono nominati dal governo nazionale).

Le informazioni sono scarne sul progetto per “coniare” la CBDC indiana. La blockchain sarà la tecnologia di base e i token saranno distribuiti da intermediari finanziari, le banche.

Il progetto nel settore wholesale, orientato agli scambi tra banca centrale e banche private e pubbliche, è partito in anticipo rispetto al retail, rivolto più a un pubblico generale.

In entrambi i casi, l’infrastruttura sarà una blockchain privata, basata su un database centralizzato e controllato dalla RBI.

Russia

Il progetto di emissione di un rublo digitale in Russia è stato avviato nel 2017, con gli stessi intenti di ottenere una maggiore efficienza e riduzione dei costi di gestione nel paese.

Il nemico numero uno del governo russo non sono le criptovalute private e decentralizzate, ma il dollaro e la sua dipendenza negli scambi internazionali, essendo ancora la principale valuta per lo scambio commerciale mondiale

Avere una propria valuta digitale, condivisa con altri paesi, permetterà alla Russia non solo di aggirare le sanzioni (guerra Russia-Ucraina), ma anche di scambiare importanti materie prime strategiche, di cui la Russia è uno dei principali produttori, totalmente svincolati dal dollaro.

Da una idea Iran-Russia si ipotizza l’emissione di una stablecoin ancorata al valore dell’oro.

L’Iran è un paese più evoluto sul piano tecnologico, con exchange e broker da tempo operativi, la Russia no, per ora operativa soltanto tramite blockchain private e non integrate per lo scambio tra paesi.

Lo scambio commerciale tra Russia e Iran non ha un peso particolarmente rilevante, per cui da capire se il gioco di emettere una stablecoin ne varrà veramente la pena.

Brasile

Il governo è concentrato a combattere il riciclaggio di denaro, la corruzione, l’evasione, il traffico di droga e il terrorismo. La soluzione è vista nel real digitale e nella tracciabilità su blockchain.

L’interesse a costruire relazioni con organizzazioni e imprese private specializzate è stato però smentito dal governo stesso, come nel caso della presunta collaborazione con la startup Kaj Labs, con sede a Seattle, a cui fa riferimento la blockchain Lithosphere e il token LITHO.

Ucraina

L’Ucraina probabilmente è il primo paese con un peso internazionale rilevante ad aver avviato progetti e collaborazioni con fondazioni private e blockchain decentralizzate (Stellar e Ethereum-Poligon) per l’emissione di una propria CDBC. Lo scoppio della guerra ha rallentato il progetto pilota e la baseline deve essere rivista e confermata.

Bahamas

Totalmente dipendente dal cash dal 1960, Le Bahamas hanno introdotto il Sand Dollar digitale nel 2020 per contrastare la pandemia da COVID-19. La scelta tecnologica e partnership è ricaduta su NZIA Limited con sede alle Bahamas e specializzata in blockchain e registri elettronici distribuiti (deriva da una collaborazione di IBM e Zynesis Pte. Ltd.)

Stati Uniti

La FED, banca centrale degli Stati Uniti, ha redatto nel 2022 un report dal titolo abbastanza parlante: Il Dollaro nell’era della trasformazione digitale.

Il documento non ha alcun valore legale dal momento che la FED rimarrà in attesa di un nullaosta da parte del governo politico.

Dalle prime righe del report risultano subito evidenti e chiare le premesse: la FED è e sarà sempre l’autorità di riferimento per mantenere la stabilità ed efficienza monetaria.

Proseguendo con la lettura, il significato tecnico che viene dato alla CBDC è interessante: una passività per la FED e non per le banche commerciali, che finora hanno avuto la responsabilità di registrare i saldi dei conti dei cittadini nei loro registri/database.

Il documento prosegue specificando che il sistema di scambio monetario statunitense risulta efficiente ma con alcuni aspetti che possono essere resi più efficienti.

La mancanza dell’accesso di molti cittadini americani a servizi di digital banking (il 5% dell’intera popolazione è ancora unbanked), e alti costi per i pagamenti transfrontalieri.

La FED non vede le criptovalute come una potenziale e imminente minaccia, ma critica alcuni aspetti. Parte da Bitcoin, la più importante criptovaluta decentralizzata al momento, perchè riesce a gestire solo 6 transazioni al secondo, rispetto alle 24000 transazioni/secondo dichiarate da VISA, e con costi di transazione schizzati anche a 60$ in momenti di maggiore congestione. Tutto questo deve essere rigorosamente evitato con l’adozione di una CBDC.

La FED afferma inoltre che Bitcoin e le altre criptovalute non possono essere adottate come mezzo di pagamento per la loro alta volatilità. Rappresentano inoltre un mondo dove spesso le frodi regnano sovrane (80 milioni di dollari in frodi denunciate dal 2020 al 2021).

La CBDC non sostituirà mai il cash che rimane una forma di pagamento ancora ampiamente utilizzata. La banca centrale continuerà a garantire la disponibilità di contante, ma l’uso del cash è in calo negli ultimi anni, dal 40% di uso sul totale delle transazioni nel 2012 al 20% nel 2020.

Le banche attualmente fanno affidamento in gran parte ai depositi per finanziare i loro prestiti.

Una CBDC “fruttifera”, legata a un tasso di interesse, potrebbe portare a una migrazione dai depositi bancari e dai prodotti a basso rischio (esempio Treasury Bill) verso depositi in CBDC, con la conseguenza di un possibile aumento dei costi di finanziamento da parte delle banche nei confronti di privati e imprese.

Per evitare eventuali crisi di credito, la FED nel suo report propone una limitazione del possesso di token CBDC da parte dei singoli cittadini, e per una emissione di CBDC “infruttifera”, non attrattiva. La FED non pagherà mai un interesse ai possessori di CBDC. Una limitazione sul possesso di una CBDC non attrattiva limiterà inoltre eventuali prelievi dai depositi bancari nei momenti di panico generale.

Potrà sostituire inoltre l’adozione attuale di stablecoins non regolamentate.

Per garantire sicurezza e resilienza, la FED auspica la realizzazione di una CBDC capace di gestire anche transazioni offline, senza una connessione internet.

Conclusioni

Ho lasciato l’analisi sugli Stati Uniti volutamente alla fine perchè è negli Stati Uniti che si concentrano a mio avviso le maggiori riflessioni in ottica di investimento di medio-lungo termine su alcune delle blockchain decentralizzate più importanti citate all’inizio dell’articolo.

L’interesse conciliante della FED che traspare nel report fa ben sperare, con una attenzione verso la ricerca accademica (collabora al momento con Massachusetts Institute of Technology) e i continui sviluppi nel settore privato di nuove tecnologie basate su blockchain.

La chiave per un investimento intelligente e consapevole sarà puntare su chi meglio si adatterà alle esigenze sfidanti e requisiti stringenti che imporrà la banca centrale.


Giancarlo Pagliaroli

Disclaimer: il contenuto che trovate in questo sito non è da intendersi in alcun modo come consiglio finanziario, né sollecitazione all’investimento, ma soltanto a scopo didattico.

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4 Risposte a “CBDC, ISO20022 e le nuove frontiere di investimento di lungo termine sulle criptovalute”

  1. Il video dei risultati Q2 2023 della Stellar Foundation: https://www.youtube.com/watch?v=RRD0DvpAniA.
    Si parla di Smart Contract, Hedge Fund, Moneygram e si da molto peso al concetto di utilità, ma su questo ritengo che la concorrenza sia spietata.
    Per questo motivo preferisco investire su business semplice, che capisco, e che abbia poca concorrenza. Attenderò news sulle CBDC. Nell’attesa, spazio alla speculazione che è tornata aggressiva in questi ultimi giorni.

  2. Interessante i recenti e forti movimenti al rialzo di alcune crypto (xrp e xlm) legate al tema che ho spiegato in questo post. Il pump è legato in particolare alle vicende legali con la SEC quindi questo movimento di oltre il 70% ha già ampiamente scontato la notizia. Ho approfittato su xrp, non adesso, ma in una precedente ondata speculativa. Su XLM si parla nuovamente di MoneyGram nei paesi emergenti e sotto sviluppati, ma ritengo che anche questo sia stato ampiamente scontato già in passato.
    Inoltre ritengo poco probabile una mass adoption nei paesi più “esotici” considerata l’ipotesi di una graduale de-dollarizzazione, e USDC è ancorata al dollaro americano.
    Mi piacerebbe vedere una collaborazione tra FED e la Stellar Foundation per valutare un ingresso di lungo termine ma ancora non vedo nulla…

  3. Annunciato oggi il lancio del progetto di aiuti ai rifugiati in Ucraina. La collaborazione tra Nazioni Unite e la Stellar Foundation prevede l’invio di stablecoin USDC a tutti gli aventi diritto, attraverso la blockchain Stellar su wallet mobile dedicati. Gli USDC potranno poi essere riscattati dagli aventi diritto e convertiti in valuta fiat presso le oltre 400 mila sedi MoneyGram in tutto il mondo.

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