Last Updated on 3 Gennaio 2025 by automiamo.com

Prima di approfondire le criptovalute ISO 20022, ho cominciato a investire nel 2019, prima del bull market del 2020 e 2021. Ho studiato la tecnologia della blockchain e approfondito i casi d’uso.

Per il lungo termine è necessario concentrarsi su casi di utilizzo pratici, alienandosi dalle opinioni e il sentimento generale di breve termine.

Introduzione a ISO 20022

ISO 20022 è uno standard per regolamentare le informazioni trasferite tra le istituzioni finanziarie.

Il problema delle banche nel mondo è ancora quello di comunicare attraverso differenti linguaggi.

Transazioni di pagamento su carte di debito e credito, ordini di trading, e molte altre informazioni finanziarie, attraverso un linguaggio di messaggi univoco. Questo è l’obiettivo.

SWIFT al momento è l’attuale e più importante sistema di pagamento interbancario operativo da oltre 50 anni.

La migrazione di SWIFT al nuovo standard ISO® 20022, basato su blockchain, è stata avviata in Novembre 2022 e da completarsi entro il 2025.

Negli Stati Uniti, per esempio, attraverso la banca centrale FED, è prevista la migrazione a partire dal 2023.

Oltre al vantaggio del linguaggio unico, il nuovo standard permetterà il miglioramento delle seguenti operazioni.

  • Monitoraggio anti-frode, con regole più definite per il rifiuto o meno di una transazione
  • Opzione Receive-only tramite la quale qualsiasi istituzione finanziaria potrà ricevere soltanto pagamenti ma non originarli
  • Migliore gestione delle liquidity pools per supportare al meglio i pagamenti istantanei
  • Report e monitoraggio sui saldi

Le criptovalute ISO 20022

Le criptovalute/blockchains al momento che sono già ISO 20022-compliant:

  1. Ripple
  2. Stellar
  3. Quant
  4. Hedera
  5. IOTA
  6. XDC Network
  7. Algorand

Quant

Quant è al centro dell’architettura. Deve occuparsi di collegare tutte le altre blockchains, garantendo efficienza e interoperabilità generale.

Ripple

Ripple (XRP) è nota come la più importante rete di pagamento decentralizzata adottata dalle più importanti banche e istituzioni finanziarie.

Lo scopo di XRP è quello di fungere da “ponte” tra due valute o reti.

I benefici di questa blockchain sono i bassi costi di transazione ($0.0002 per transazione), velocità (3-5 secondi per transazione) e scalabilità (1,500 transazioni per secondo).

Stellar

Stellar (XLM) è una blockchain con casi d’uso molto simili a Ripple. Più orientata all’operatività dei singoli individui piuttosto che delle grandi istituzioni finanziarie che già si affidano a Ripple.

Anche la criptovaluta della blockchain Stellar, XLM, ha lo scopo di fungere da valuta “ponte”.

Serve per la conversione e lo scambio di altre valute fiat, in particolare nello scambio monetario transfrontaliero.

Hedera

Hedera (HBAR) è orientata invece alla creazione e sviluppo di efficienti applicazioni decentralizzate (DApps).

La peculiarità di Hedera è quella di essere il primo algoritmo brevettato in grado di raggruppare in modo unico le transazioni con un minor costo rispetto ad altre blockchains.

IOTA

IOTA (MIOTA) è unica per non essere una vera e propria blockchain. Nessun miner o validatore, nessun blocco o costi di transazione.

Particolarmente interessante in contesti non strettamente di natura finanziaria (IoT – Internet of Things)

XDC

XDC Network (XDC), originariamente creata per pagamenti internazionali, è una Ethereum Virtual Machine (EVM) compatibile.

Ha un algoritmo di consenso basato su delegated proof-of-stake (dPoS) ad alte prestazioni. 2 secondi a transazione, gas fee praticamente nulle, e più di 2000 transazione per secondo (TPS).

Algorand

Algorand (ALGO) è una piattaforma molto simile a Ethereum in grado di ospitare altre blockchains e criptovalute. Può gestire alti volumi di transazione al pari di VISA e MASTERCARD.

La peculiarità di Algorand è nel suo algoritmo di consenso. Simile al proof-of-stake (PoS) ma definito pure-proof-of-stake. L’attività di validazione delle transazioni non è riservata ma aperta a tutti coloro che fanno staking di ALGO.

Le prime mosse delle banche centrali

Le CBDC (central bank digital currency) sono valute digitali centralizzate, possono essere considerate anti-Bitcoin. Bitcoin è la libertà finanziaria, le CBDC una nuova forma di controllo delle autorità centrali.

Tuttavia non è possibile trascurare la potenziale massa monetaria che potrebbe essere movimentata dalle banche centrali su ISO 20022.

Un approfondimento sul piano di digitalizzazione valutario che le banche centrali stanno avviando.

Italia

Una nuova politica è stata introdotta in vigore dal 2023 per una maggiore regolamentazione fiscale sulle criptovalute.

Più regole in vigore consentiranno un trading e investimenti più tutelato e controllato, come nei mercati finanziari regolamentati.

Eventuali inasprimenti fiscali però non fanno ben sperare, per l’utilizzo di massa nell’economia reale.

India

La Banca centrale indiana (RBI) divenne operativa nel 1935. Inizialmente come entità privata, poi nazionalizzata nel 1949. Fortemente influenzata dalle politiche governative (i direttori sono nominati dal governo nazionale).

In base ai piani avviati nel 2022, l’India potrebbe essere una delle prime più grandi economie mondiali ad emettere una CBDC.

L’obiettivo è incrementare l’efficienza e ridurre i costi del sistema di gestione della valuta corrente.

Tuttavia, rimane ferma l’ostinata intenzione del paese di ostacolare le criptovalute decentralizzate.

Il governo indiano aveva proposto l’intenzione di tassare tutte le criptovalute al 30%, per disincentivare il loro utilizzo su larga scala nel paese.

Le informazioni sono scarne sul progetto per “coniare” la CBDC indiana. La blockchain sarà la tecnologia di base e i token saranno distribuiti da intermediari finanziari, le banche.

Il progetto è stato avviato nel settore wholesale, orientato agli scambi tra banca centrale e banche private e pubbliche.

L’infrastruttura sarà una blockchain privata, basata su un database centralizzato e controllato dalla RBI.

Russia

Il progetto di emissione di un rublo digitale in Russia è stato avviato nel 2017, con gli stessi intenti di ottenere una maggiore efficienza e riduzione dei costi di gestione nel paese.

Il nemico numero uno del governo russo non sono le criptovalute private e decentralizzate, ma il dollaro e la sua dipendenza negli scambi internazionali, essendo ancora la principale valuta per lo scambio commerciale mondiale

Avere una propria valuta digitale, condivisa con altri paesi, permetterà alla Russia non solo di aggirare le sanzioni (guerra Russia-Ucraina), ma anche di scambiare importanti materie prime strategiche, di cui la Russia è uno dei principali produttori, totalmente svincolati dal dollaro.

Da una idea Iran-Russia si ipotizza l’emissione di una stablecoin ancorata al valore dell’oro.

L’Iran è un paese più evoluto sul piano tecnologico, con exchange e broker da tempo operativi, la Russia no, per ora operativa soltanto tramite blockchain private e non integrate per lo scambio tra paesi.

Lo scambio commerciale tra Russia e Iran non ha un peso particolarmente rilevante, per cui da capire se il gioco di emettere una stablecoin ne varrà veramente la pena.

Brasile

Il governo è concentrato a combattere il riciclaggio di denaro, la corruzione, l’evasione, il traffico di droga e il terrorismo.

La soluzione potrebbe essere un real digitale tracciabile su blockchain.

L’interesse a costruire relazioni con organizzazioni e imprese private specializzate è stato però smentito dal governo stesso, come nel caso della presunta collaborazione con la startup Kaj Labs, con sede a Seattle, a cui fa riferimento la blockchain Lithosphere e il token LITHO.

Ucraina

L’Ucraina probabilmente è il primo paese con un peso internazionale rilevante ad aver avviato progetti e collaborazioni con fondazioni private e blockchain decentralizzate (Stellar e Ethereum-Poligon) per l’emissione di una propria CDBC.

Lo scoppio della guerra ha rallentato il progetto pilota e la baseline deve essere rivista e confermata.

Bahamas

Totalmente dipendente dal cash dal 1960, Le Bahamas hanno introdotto il Sand Dollar digitale nel 2020 per contrastare la pandemia da COVID-19.

La scelta tecnologica e partnership è ricaduta su NZIA Limited con sede alle Bahamas e specializzata in blockchain e registri elettronici distribuiti (deriva da una collaborazione di IBM e Zynesis Pte. Ltd.)

Stati Uniti

La FED, banca centrale degli Stati Uniti, ha redatto nel 2022 un report dal titolo abbastanza parlante: Il Dollaro nell’era della trasformazione digitale.

Il documento non ha alcun valore legale. La FED rimarrà in attesa di un nullaosta da parte del governo politico.

Dalle prime righe del report risultano subito evidenti e chiare le premesse.

La FED è e sarà sempre l’autorità di riferimento per mantenere la stabilità ed efficienza monetaria.

Proseguendo con la lettura, il significato tecnico che viene dato alla CBDC è interessante.

La CBDC sarà una passività per la FED e non per le banche commerciali, che finora hanno avuto la responsabilità di registrare i saldi dei conti dei cittadini nei loro registri/database.

Il documento prosegue specificando che il sistema di scambio monetario statunitense risulta efficiente ma con alcuni aspetti che possono essere resi più efficienti.

Inoltre, molti cittadini americani non hanno accesso a servizi di digital banking (il 5% dell’intera popolazione è ancora unbanked), e alti costi per i pagamenti transfrontalieri.

La FED contro Bitcoin

La banca centrale americana non vede le criptovalute come una potenziale minaccia, ma critica alcuni aspetti.

Parte da Bitcoin, la più importante criptovaluta decentralizzata al momento.

Riesce a gestire solo 6 transazioni al secondo, rispetto alle 24000 transazioni/secondo dichiarate da VISA. I costi di transazione sono schizzati anche a 60$ in momenti di maggiore congestione. Tutto questo deve essere rigorosamente evitato con l’adozione di una CBDC.

La FED afferma inoltre che Bitcoin e le altre criptovalute non possono essere adottate come mezzo di pagamento per la loro alta volatilità.

Rappresentano inoltre un mondo dove spesso le frodi regnano sovrane (80 milioni di dollari in frodi denunciate dal 2020 al 2021).

CBDC americana

La CBDC non sostituirà mai il cash che rimane una forma di pagamento ancora ampiamente utilizzata.

La banca centrale continuerà a garantire la disponibilità di contante. Ma l’uso del cash è in calo negli ultimi anni, dal 40% di uso sul totale delle transazioni nel 2012 al 20% nel 2020.

Le banche attualmente fanno affidamento in gran parte ai depositi per finanziare i loro prestiti.

Una CBDCfruttifera“, legata a un tasso di interesse, potrebbe portare a una migrazione dai depositi bancari e dai prodotti a basso rischio (esempio Treasury Bill) verso depositi in CBDC, con la conseguenza di un possibile aumento dei costi di finanziamento da parte delle banche nei confronti di privati e imprese.

Per evitare eventuali crisi di credito, la FED nel suo report propone una limitazione del possesso di token CBDC da parte dei singoli cittadini.

La CDBC sarà emessa “infruttifera”, non attrattiva. La FED non pagherà mai un interesse ai possessori di CBDC.

Una limitazione sul possesso di una CBDC non attrattiva limiterà inoltre eventuali prelievi dai depositi bancari nei momenti di panico generale.

Inoltre, questa CDBC potrà sostituire l’adozione di stablecoins non regolamentate e ancorate al dollaro americano, vedi USDT e USDC.

Per garantire sicurezza e resilienza, la FED auspica la realizzazione di una CBDC capace di gestire anche transazioni offline, senza una connessione internet.

Conclusioni

Negli Stati Uniti si concentrano le maggiori riflessioni in ottica di investimento di lungo termine su alcune delle blockchain decentralizzate più importanti citate all’inizio dell’articolo.

L’interesse conciliante della FED che traspare nel report fa ben sperare.

Sono coinvolte inoltre le università (la FED collabora al momento con Massachusetts Institute of Technology).

Infine, sono costanti, anche se ancora poco concreti, i continui sviluppi nel settore privato di nuove tecnologie basate su blockchain.

La chiave sarà puntare su chi meglio si adatterà alle esigenze sfidanti e requisiti stringenti che imporranno le autorità centrali, che continueranno a garantire la stabilità finanziaria.


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Giancarlo Pagliaroli


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